Vittoria Feltria Della Rovere (Pesaro, 7 febbraio 1622 – Pisa, 5 marzo 1694). Unica figlia del duca di Urbino, Federico Ubaldo Della Rovere, e di Claudia de’ Medici, fu la quinta granduchessa di Toscana, moglie del granduca Ferdinando II de’ Medici ed ultima rappresentante del ramo principale del casato dei Della Rovere, fondato nel XIV secolo.
Alla morte del padre, avvenuta improvvisamente il 28 giugno 1623, quando la piccola Vittoria aveva appena un anno d’età, la madre dapprima fece ritorno a Firenze e poi si risposò nel 1626 con l’arciduca Leopoldo V d’Austria, reggente del Tirolo e fratello minore dell’imperatore Ferdinando II d’Asburgo, lasciando la figlia alle cure della zia Maria Maddalena d’Austria e della nonna Cristina di Lorena, vedove dei Granduchi Cosimo II e Ferdinando I, all’epoca reggenti del trono granducale e tutrici del futuro granduca Ferdinando II, ancora minorenne. Le due tutrici, oltre che dell’educazione della bambina, si preoccuparono di assicurarne il fidanzamento col cugino tredicenne Ferdinando. Già nel settembre del 1623 era stato fissato il fidanzamento tra Ferdinando e la piccola Vittoria, in previsione delle nozze tra i due, cugini di primo grado, al compimento della maggiore età. Il patto dinastico fu suggellato da un fastoso secondo battesimo fiorentino della bambina, celebrato nel battistero di S. Giovanni il 25 ottobre 1623.
Essendo stata affidata dalle zie alle cure delle monache di Crocetta, Vittoria sviluppò un carattere austero e devoto, attentissimo alle forme esteriori della religiosità cattolica ed anche quando le zie presero ad occuparsi personalmente dell’eduzione della giovane, seguitarono a farlo secondo un’impostazione di impronta fortemente religiosa. Si trattò comunque di un’educazione assai accurata, tutta in preparazione del suo ruolo predestinato di granduchessa, che contemplò un ventaglio ampio di letture e l’apprendimento delle lingue
Nel 1628 Ferdinando divenne granduca a tutti gli effetti per il raggiungimento della maggiore età e nel 1634 veniva officiato il suo matrimonio in forma privata con Vittoria, celebrato in forma ufficiale tre anni dopo, il 6 aprile 1637. Vittoria fu incoronata in Duomo il 5 luglio successivo.
L’unione non fu felice. I due sposi erano infatti assai diversi per indole, carattere, idee ed educazione, e dopo la nascita del primogenito Cosimo (il futuro Cosimo III) il 14 agosto 1642, essi vissero di fatto a lungo separati e solo diciotto anni più tardi, nel 1660, venne alla luce il secondogenito Francesco Maria, del quale Vittoria ebbe la tutela dalla morte del marito fino al raggiungimento della maggiore età. Anche circa l’eduzione da impartire al primogenito sorsero contrasti: Ferdinando avrebbe voluto dargli un’educazione moderna, laica e scientifica mentre Vittoria esigeva un’educazione impartita da religiosi. Ad averla vinta fu Vittoria: Anche se, sotto la guida di personaggi come Carlo Dati e Lorenzo Magalotti, non furono trascurate, nell’istruzione di Cosimo, le correnti più valide della cultura scientifica toscana seicentesca, come pure la conoscenza delle lingue e della geografia, la grande religiosità della madre, in particolare negli anni dell’infanzia, portò a un’accentuazione delle pratiche devote e dello studio di testi religiosi, che lasciarono una forte impronta nella sua personalità.
Durante i difficili anni di governo di Ferdinando II (1621-70), contraddistinti da un accentuarsi della crisi ormai irreversibile dell’economia cittadina e da un incremento delle difficoltà finanziarie dello Stato granducale, Vittoria fu tenuta completamente al di fuori dei maneggi politici e diplomatici.
Nel 1670 moriva Ferdinando II. Subito si accese una vivace rivalità tra la nuova granduchessa, Margherita Luisa d’Orléans, e la granduchessa madre per la partecipazione al potere accanto a Cosimo III. Ancora una volta l’ebbe vinta Vittoria, e Margherita Luisa abbandonò Firenze per trasferirsi prima in alcune ville di campagna e poi tornandosene a Parigi.
Vittoria Della Rovere si spense a Pisa il 5 marzo 1694.