MAESTRO D’ASCIA

Sbozzava ad arte e con l’ascia le parti principali di uno scafo. Il maestro era un personaggio fondamentale nell’economia del cantiere navale di un tempo.

Era colui che con maestria ed arte sbozzava a colpi d’ascia le parti dell’ossatura dei vascelli e dei bastimenti nella Livorno medicea. Alcuni di loro lavoravano per l’arsenale ed erano stipendiati dall’amministrazione, mentre altri col tempo si dedicarono alla realizzazione di imbarcazioni commerciali e da pesca, lo facevano nei piccoli cantieri sorti all’interno della Darsena piccola del porto.

Generalmente sopra ogni grosso naviglio era imbarcato un maestro d’ascia col suo aiutante detto “d’ascino” e doveva provvedere anche in navigazione ad ogni tipo di riparazione dello scafo e delle sovrastrutture.

Con un bando del 1723 fu regolamentato sia l’orario di lavoro che le tariffe di questi artigiani e degli aiutanti operanti nella Darsena del Porto di Livorno.

La normativa prevedeva anche che questi dovessero avvalersi sempre di legnami idonei e di buona qualità, di rifornirsi per i “serrami, ferramenti e chiodi” alla magona di Sua Altezza Serenissima, e che per le controversie tra committenti e artigiani era competente il capitano della “bocca del porto” il quale istruita la pratica la trasmetteva al magistrato.

Si vestiva alla “pescatora” con camicione grezzo e gilet di stoffa con un cappello floscio od un cappuccio, usava l’ascia e/o l’accetta, la squadra di legno, la scavina o succhiello (verrino).