FERDINANDO II DE’ MEDICI

Ferdinando II, artista anomimo
Ferdinando II ritratto da Justus Sustermans

Ferdinando II de’ Medici (Firenze, 14 luglio 1610 – Firenze, 23 maggio 1670), figlio di Cosimo II de’ Medici e di Maria Maddalena d’Asburgo, fu il quinto Granduca di Toscana dal 1621 al 1670, anno della sua morte.

Primogenito di otto sorelle e fratelli, fu considerato sin dai primi anni di vita l’erede al Granducato e fu allevato con particolare considerazione a causa delle gravi condizioni di salute del padre, malato di tubercolosi. Lo stesso Cosimo II, consapevole della situazione, si preoccupò di preparare la strada della successione redigendo un apposito testamento di tutela, affidando la reggenza  alla madre, Cristina di Lorena, vedova del granduca Ferdinando I, e alla moglie Maria Maddalena d’Austria. Tali precauzioni si rivelarono corrette ed alla morte di Cosimo, avvenuta il 18 febbraio 1861, le due granduchesse assunsero la reggenza a nome del giovanissimo Ferdinando, non ancora undicenne, coadiuvate da un Consiglio segreto nel quale erano presenti monsignor Giuliano de’ Medici, arcivescovo di Pisa, il conte Orso d’Elci, consigliere di Stato, il marchese Fabrizio Colloredo, maestro di camera, e il senatore Niccolò Dell’Antella, auditore della religione di S. Stefano.

Ferdinando ricevette un’educazione accurata, sotto la direzione di entrambe le tutrici e la guida di validi insegnanti e  compiuti i tredici anni le due granduchesse organizzarono il suo fidanzamento con la cugina Vittoria Della Rovere, di appena due anni, ultima erede del Ducato di Urbino, ma non seppero opporsi all’occupazione del piccolo stato marchigiano da parte del papa Urbano VIII alla morte dell’ultimo duca. 

Nel luglio del 1623, avendo compiuto 14 anni, Ferdinando iniziò ad accostarsi alle sue future responsabilità di governo ma in realtà tutte le decisioni politiche e di governo più importanti continuarono ad essere discusse nel Consiglio di reggenza ma soprattutto dalla granduchessa Maria Maddalena, preoccupata di mantenere la solida alleanza fra il Granducato e la corte imperiale di Vienna. Erano questi gli anni difficili della prima fase della guerra dei trent’anni, che videro i piccoli Stati italiani incerti fra la loro naturale tendenza alla neutralità e le pressioni che Impero, Francia e Spagna esercitavano per ottenere aiuti militari, sussidi finanziari, a volte l’utilizzazione dei porti più importanti della penisola, situazione che creò forti contrasti fra le due granduchesse, l’una filofrancese, l’altra sorella dell’imperatore Ferdinando II.

Nel 1628, poco prima di raggiungere la maggior età, Ferdinando volle completare la sua formazione compiendo un lungo viaggio in Italia ed Europa. Tornato a Firenze, assunse ufficialmente il governo dello Stato il 14 luglio 1628 in un momento di grave difficoltà econimica per il regno, continuando inoltre a subire l’influenza delle due granduchesse, che in fatto di politica esterne ed interna si erano rivelate poco lungimiranti. Ferdinando seppe tuttavia farsi amare dal popolo riuscendo ad abbassare le tasse  e riducendo le spese di corte. La sua popolarità crebbe ulteriormente nel 1630, quando durante l’epidemia di peste rifiutò di lasciare la città come fecero invece molti dei suoi parenti, facendo sentire al popolo la sua vicinanza. Malgrado ciò, l’epidemia aggravò la crisi finanziaria del regno, causando inoltre la morte di circa il 10% della popolazione.

In politica estera Ferdinando II si mosse sempre con estrema cautela, cercando di bilanciarsi tra Francia e Spagna: nel 1635 cercò vanamente di creare una lega di stati italiani che potesse opporsi alle due potenze ma nel 1643 dovette prendere parte alla seconda guerra di Castro per impedire un rafforzamento dello Stato Pontificio ai confini meridionali del Granducato. La guerra comportò fortissime spese e prosciugò l’erario.

Infelice fu il matrimonio con Vittoria della Rovere. Ferdinando era un uomo allegro, interessato alla scienza, tanto da cercare in tutti i modi di far assolvere Galileo dalla seconda accusa di eresia; Vittoria era una donna religiosa e di costumi austeri. La coppia ebbe comunque diversi figli: un primo maschio, Cosimo, morì non molto dopo il parto, nel 1639. Successivamente, nel 1641, nacque una figlia, che morì quasi subito, prima ancora di ricevere un nome ed essere battezzata. I primi screzi con Vittoria si ebbero alla nascita di quello che sarebbe stato il terzo figlio e che fu poi l’erede al trono granducale, Cosimo, nato nel 1642, al quale il padre avrebbe voluto dare un’educazione laica, politica e scientifica, mentre la madre voleva, ed ottenne, che fosse educato da religiosi, plasmando in modo irreversibile il suo carattere. In seguito la coppia visse un periodo di lontananza dovuta alla scoperta, da parte di Vittoria, dell’orientamento bisessuale del marito ma ebbe comunque un secondogenito, Francesco Maria, nato nel 1660.

Nel 1626 Ferdinando contrasse il vaiolo e morì il 23 maggio del 1670 per un ictus a seguito di un aggravamento dell’idropisia che da tempo lo affliggeva; fu sontuosamente seppellito nella cappella della basilica di San Lorenzo.