MERETRICE

Nella Livorno del XVII° sec. in pieno sviluppo demografico e sotto l’effetto delle leggi “Livornine” erano presenti ed operanti in Città numerose “meretrici” (almeno una ogni 10 soldati – nel 1602 se ne contavano 78) la cui attività era regolamentata da precise disposizioni governative e controllata dai funzionari de “l’uffizio dell’honestà”.
Questa istituzione era preposta sia all’esazione delle tasse imposte alle meretrici quanto al controllo fiscale e sanitario per il quale erano precettati a turno i medici della comunità.

Ogni anno le meretrici livornesi dovevano recarsi in un giorno stabilito a Pisa per la “rassegna generale”. Le visite dei medici coadiuvate dal “cerusico” erano finalizzate a verificare che nessuna di queste donne pubbliche avesse contratto malattie veneree ed in particolare il tanto temuto “mal francese” importato in Europa da marinai e soldati Spagnoli andati alla conquista delle Americhe, un male allora estremamente diffuso.
Anche il solo sospetto di contagio prevedeva l’immediato allontanamento della meretrice da Livorno e dal suo contado.

Per distinguere le donne di vita da quelle da bene le leggi suntuarie avevano disposto che le prime non potessero indossare alcuni tipi di stoffe particolarmente ricche, come drappi di seta e velluti ed imposto l’obbligo di indossare un segno distintivo che dovevano portare sempre in pubblico.
Ovvero un velo, una pezza, dei fiocchi o uno “asciugatoio” in testa che fosse bistrato d’oro o comunque di colore giallo.

Queste povere donne dopo una lunga e degradante carriera spesso finivano per rifugiarsi, ormai vecchie e indesiderate, nell’unica istituzione sorta proprio per dar rifugio e conforto alle meretrici: il convento di S. Tommaso delle convertite a Pisa. Il convento fu fortemente voluto e finanziato dalla Granduchessa Cristina di Lorena sposa di Ferdinando I°, terzo
G.D. di Toscana.

Le meretrici in abiti vistosi ma non ricchi, con chiari riferimenti gialli, si agghindavano con anelli, orecchini e collane, calzavano le “pianelle” scarpini con zeppa alta.