NICOLA BADALONI

Nicola Badaloni (Livorno, 21 dicembre 1924 – Livorno, 20 gennaio 2005) è stato un politico, filosofo e storico della filosofia italiano.

La famiglia, ebraica dal lato materno, soffrì di forte isolamento dopo le leggi razziali del 1938, in particolare ne fu colpito il nonno medico oculista, Elia, che Badaloni considerò suo primo maestro. Fin da quegli anni si può datare il suo antifascismo che divenne pubblico e politico nei primi anni Quaranta.

Compì gli studi presso il Liceo classico Niccolini Guerrazzi di Livorno, dove conobbe Marcella Razzauti che sposò nel 1945 e da cui ebbe, nel 1950, la figlia Claudia. Badaloni si iscrisse nel 1941 alla facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Pisa, dove incontrò la lezione di Guido Calogero e della sua Scuola dell’uomo, il cui insegnamento fu tuttavia di breve durata in quanto interrotto dall’arresto e dalla condanna al confino del professore. Successore sulla cattedra di storia della filosofia fu Cesare Luporini, con il quale il rapporto di militanza e il confronto politico e teorico rimasero un punto fermo in tutto il suo percorso. Con Luporini si laureò nel 1945 discutendo una tesi su «Retorica e storicità in Vico»: tuttavia la prima bozza di tesi poi abbandonata, di carattere teoretico, cui aveva lavorato, aveva al centro la retorica in rapporto alla politica. Retorica significava copertura della violenza e lontananza dalla storicità: si imponeva alle coscienze critiche una ricerca teorica capace di dar ragione alla concretezza e «domare le spinte irrazionali». Nella tesi di laurea si trova una forte valorizzazione di Giordano Bruno e della «sua incalzante passione di immanenza», contro i giudizi e i pregiudizi correnti: autore che, affettivamente, Badaloni considerò, con Marx, il suo autore.

Assistente volontario alla cattedra di storia della filosofia nel 1947-48, Badaloni insegnò storia e filosofia come supplente al liceo scientifico di Livorno dal 1945 al 1949, anno in cui vinse il concorso per l’insegnamento nella scuola media. Continuò, tuttavia, a insegnare filosofia presso il liceo scientifico di Livorno fino al 1954, quando, vinto un nuovo concorso, insegnò nei licei classici di La Spezia e Livorno.

Di spiccate convinzioni marxiste, è stato uno studioso di Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Giambattista Vico, Karl Marx, Antonio Gramsci.

Succeduto nel 1954 al giovane Furio Diaz, Badaloni fu come il suo predecessore il sindaco della ricostruzione di una città devastata dalla guerra, dai bombardamenti e in piena emergenza. I problemi andavano dallo sviluppo economico della città portuale, con attenzione all’ambiente e alla salvaguardia delle coste, alla scarsità dell’acqua potabile, alla ricostruzione delle abitazioni con particolare attenzione alle case popolari e a scuole e asili per l’infanzia. Nutrì sempre grande affetto e fiducia nella popolazione di Livorno, nei ceti proletari, nella “lunga e gloriosa tradizione storica” fortemente democratica, tema che torna continuamente nei suoi discorsi ufficiali.