Furio Diaz (Livorno, 14 aprile 1916 – Livorno, 9 dicembre 2011) è stato uno storico, docente e politico italiano.
Militante antifascista e combattente durante la Resistenza, a soli 27 anni, dal 1944 al 1954, amministrò una città semi-distrutta ed immersa nei gravissimi problemi del dopoguerra. Diaz aveva preso le redini di una Livorno disperata, annientata, distrutta dai bombardamenti, da ricostruire e far rinascere. Ne fu alla guida negli anni più difficili per poi divenire una voce critica all’interno del Partito Comunista Italiano, da cui si dimise con Antonio Giolitti dopo i fatti d’Ungheria del 1956. Da allora si dedicò alla ricerca e agli studi per diventare uno dei più importanti specialisti dell’Illuminismo in Italia.
Nel 1963 è entrato all’Università di Pisa come professore incaricato di storia moderna. Nel 1966 è divenuto professore ordinario presso la Facoltà di Scienze Politiche, dove è stato direttore dell’Istituto di Scienze Politiche e dove ha insegnato storia moderna fino al 1975-1976. Dal 1968 ha affiancato a questo ruolo l’incarico di storia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Nel 1983 ha ricevuto una borsa di studio Fulbright con cui ha insegnato presso la Brown University.
I suoi interessi prevalenti abbracciano il Settecento francese e la Toscana lorenese. Il titolo di una sua raccolta, “Per una storia illuministica”, suggerisce un ideale non solo storiografico. Dopo un lavoro sullo storicismo ed un lavoro su Voltaire storico, ha dato alle stampe “Filosofia e politica nel Settecento francese” e “Francesco Maria Gianni. Dalla burocrazia alla politica sotto Pietro Leopoldo di Toscana”. Tra i suoi volumi merita una citazione anche “L’incomprensione italiana della Rivoluzione francese”.