I CIMITERI DELLE NAZIONI

CIMITERI EBRAICI

Il Cimitero Nuovo
Il Cimitero di viale Ippolito Nievo

A Livorno si sono succeduti 4 cimiteri di questa comunità religiosa, due dei quali ancora esistenti:

  • Inizialmente i membri della nazione ebrea venivano sepolti a sud della città, lungo la spiaggia nella zona dell’attuale via della Bassata, in un luogo noto con il nome di “Campaccio”. Con la legge “Livornina” del 1593 era stata data loro autorizzazione ufficiale a realizzare un cimitero. Successivamente, nel 1600 ottennero un terreno nelle aree esterne alla Fortezza Nuova (attuale via Pompilia): oggi scomparso, il vecchio cimitero era noto anche come Campaccio ed era privo di recinzione.
  • Nel 1694, il rapido incremento della comunità portò alla realizzazione del Cimitero Nuovo, in un lotto tra l’odierna via Garibaldi e via Galilei. Fu attivo fino agli anni trenta del XIX secolo, quando fu interdetto a causa della vicinanza alla città, che ormai contava circa 70.000 abitanti. Un secolo più tardi l’area del cimitero fu espropriata, il cimitero fu smantellato e, nel secondo dopoguerra, qui fu costruito un vasto complesso scolastico. Alcune lapidi di pregevole fattura furono trasferite nel cimitero ebraico dei Lupi. Altri frammenti di lapidi, al momento della dismissione avvenuta dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste, furono impiegati come materiale da costruzione.
  • Il terzo cimitero sorse nei pressi della Barriera Garibaldi, proprio lungo la cinta daziaria della città (oggi viale Ippolito Nievo). Fu attivo dal 1840 al 1900 e, ancor oggi esistente, ospita numerosi monumenti funebri, quali i sepolcri di Elia Benamozegh, Israel Costa, delle famiglie Montefiore e Belforte, nonché la cappella della famiglia Attias. Risulta ricoperto da un’abbondante vegetazione a causa della scarsa manutenzione effettuata nel corso degli anni; sono tuttavia in programma opere di restauro, che al 2015 hanno portato al restauro del muro di cinta e del loggiato d’ingresso.
  • Dal 1901 è attivo un quarto cimitero in località Santo Stefano ai Lupi, tra il cimitero comunale e la linea ferroviaria che collega la stazione di Livorno Centrale con quella di Calambrone. Fu realizzato su progetto dell’architetto Adriano Padova e ospita alcuni sepolcri seicenteschi provenienti dagli antichi cimiteri scomparsi; la foggia dei monumenti sepolcrali del Seicento, peraltro, si ritrova anche in diverse tombe di protestanti all’interno dell’Antico cimitero degli inglesi. Il cimitero dei Lupi è ancora in uso e qui si trova il mausoleo della famiglia Chayes e la tomba del rabbino Elio Toaff.

CIMITERI INGLESI

Due sono i cimiteri inglesi presenti a Livorno:

  • L’antico cimitero degli inglesi si trova in un piccolo lotto posto nei pressi della via Verdi, a poca distanza dalla tempio valdese e dalla chiesa di San Giorgio, già anglicana. Si tratta del più antico cimitero inglese-protestante d’Italia. Alcuni storici ritengono la fondazione del cimitero anteriore al 1609, mentre secondo il Piombanti vi sarebbero state sepolture datate 1594, sebbene le tombe più antiche giunte sino ai giorni nostri si attestino intorno agli anni quaranta del medesimo secolo. Recenti ricerche indicano però che non esisteva un cimitero prima del 1643 anche se si effettuavano regolarmente sepolture di stranieri fuori dalla città. Il cimitero fu eretto fuori le mura cittadine, in località detta “Fondo Magno”.  Inizialmente il cimitero era sprovvisto di recinzione, che invece fu aggiunta solo negli anni quaranta del Settecento anni grazie al cospicuo contributo, lasciato in forma di legato, del ricco mercante Robert Bateman per l’erezione di una ricca cancellata, poi smantellata nel corso del Novecento. Alla fine del 1839 fu interdetto alle sepolture in quanto ormai inglobato all’interno della città chiusa dalle Mura Leopoldine; nel medesimo periodo, di fronte all’ingresso del cimitero fu innalzato il tempio anglicano di San Giorgio, mentre all’esterno delle mura, presso la porta San Marco, fu aperto un nuovo spazio cimiteriale. Durante la seconda guerra mondiale il sito fu bombardato e diverse tombe riportarono danni ingenti; numerose furono le perdite causate anche da furti e atti vandalici. Nel dopoguerra il cimitero fu oggetto di un sommario restauro, mentre una porzione dell’area orientale fu ceduta e smantellata per permettere la costruzione della strada attigua al cinema Odeon. Malgrado il suo alto valore storico, il cimitero è stato per lungo tempo abbandonato al degrado e nel 2007 sono cominciati i lavori per la costruzione, a pochi metri dal muro di cinta del medesimo cimitero, di uno sproporzionato parcheggio multipiano nell’area del demolito Cinema Odeon; Nel 2009 un piccolo gruppo di volontari, facenti parte dell’associazione culturale “Livorno delle Nazioni”, ha iniziato un progetto di pulizia, ricerca e restauro, anche in collaborazione con l’Università di Pisa, che è ancora in atto.
  • Il nuovo cimitero degli inglesi, anche chiamato cimitero inglese di via Pera, è una struttura risalente al XIX secolo, quando l’espansione della città rese cenessaria la chiusura dell’Antico Cimitero. solitamente chiuso al pubblico, il cimitero ottocentesco si presenta come un piccolo lotto di terreno cinto da un alto muro e aperto, lungo la via Pera, da un ingresso sotto forma di un porticato neoclassico sormontato da un frontone.  Come l’antico cimitero degli inglesi, il cimitero ottocentesco è stato per lungo tempo abbandonato al degrado ed è di proprietà e pertinenza delle autorità inglesi, rappresentate, fino al 2011, dal Consolato Britannico di Firenze (chiuso proprio nel 2011) e successivamente da quello di Milano.
Stampa ottocentesca dell'Antico Cimitero
Cimitero di via Pera

CIMITERO GRECO-ORTODOSSO

L'Antico Cimitero

Due sono i cimiteri della comunità greca-ortodossa che si sono succeduti a Livorno:

  • La comunità greco ortodossa di Livorno, dopo aver innalzato la propria chiesa in via della Rosa Bianca (1760), ebbe il permesso di costruire un primo cimitero nei pressi del torrente Riseccoli (1773), nell’area di fronte alla quale sorgerà successivamente il Cisternone. Questo piccolo spazio cimiteriale e stato chiuso verso il 1840. Il cimitero fu smantellato negli anni successivi alla prima guerra mondiale per far posto ad una villa dal gusto eclettico. Solo pochi decenni dopo, intorno agli anni sessanta, la villa fu rasa al suolo e sostituita da un grande palazzo sede degli uffici tributari, chiamato “palazzo di vetro”, convertito oggi ad uso abitativo.
  • Dal 1840 i membri della comunità ortodossa furono sepolti nel nuovo cimitero di via Mastacchi, progettato da Olinto Paradossi. Qui fu innalzata anche una cappella, intitolata alla Dormizione, oggi sede del culto greco ortodosso dopo la demolizione, avvenuta nel 1942, della chiesa della Santissima Trinità. Nel cimitero, dove si trova peraltro il sepolcro della poetessa Angelica Palli (1798 – 1875), si innalzano poi numerosi monumenti marmorei, alcuni dei quali realizzati da Paolo Emilio Demi e da Temistocle Guerrazzi, fratello del celebre Francesco Domenico. Il cimitero ha accolto, inoltre, tombe di russi e rumeni di credo ortodosso.

CIMITERO DELLA CONGREGAZIONE OLANDESE ALEMANNA

Due sono stati i luoghi di sepoltura della congregazione:

  • Intorno al XVII secolo i membri della Nazione olandese alemanna erano prevalentemente cattolici ed avevano un proprio altare e uno spazio per la sepoltura dei defunti nella chiesa della Madonna. Solo successivamente la componente riformata aumentò tanto da richiedere la costruzione di una chiesa e di un cimitero separato. Già a partire dai primi anni del Seicento, i protestanti vennero sepolti in un giardino messo a disposizione da Lambert Constant di Liegi, un membro della Congregazione, nella zona antistante la Porta a Pisa (oltre l’attuale piazza della Repubblica). Uno spazio ad uso di cimitero vero e proprio fu realizzato solo a partire dal 1683, quando fu acquistato un terreno adiacente al giardino del Constant, lungo la strada per Pisa, in luogo detto “della Palla al Maglio” (attuale via Garibaldi) in comunione tra olandesi e amburghesi: formalmente autorizzato dal granduca nel 1695, era detto giardino degli Olandesi per la presenza di numerose piante non comuni lo rendevano simile ad un orto botanico. 
  • Nel XIX secolo, a seguito della grande espansione cittadina, il cimitero fu chiuso e la Congregazione, in accordo con la comunità greco-ortodossa, designò un nuovo spazio per il seppellimento dei propri membri in un’area più esterna alla città, lungo l’attuale via Mastacchi; così protestanti e ortodossi incaricarono Olinto Paradossi di presentare un progetto comune per la costruzione dei propri cimiteri. Invece, il vecchio giardino fu definitivamente smantellato a partire dal gennaio 1924, con la traslazione dei resti mortali nel cimitero di via Mastacchi. A causa dell’assottigliarsi della Congregazione Olandese-Alemanna, nella seconda metà del Novecento il cimitero è andato incontro a un lento decadimento e solo negli ultimi anni è stato restaurato.

Il giardino degli Olandesi presso il cimitero nuovo degli ebrei

CIMITERO DEGLI ARMENI

Oggi scomparso, fu edificato nella seconda metà del Settecento lungo l’attuale via Provinciale Pisana, quando furono interdette le sepolture nella chiesa di San Gregorio; fu chiuso nel 1875 a seguito dell’espansione urbana dei sobborghi di Livorno. Il cimitero fu venduto, smantellato e lottizzato dopo la prima guerra mondiale, a seguito del declino della comunità.

CIMITERO TURCO

Non più esistente, si trovava nella zona della Bellana dove è l’attuale piazzetta. fu aperto per i mercanti ottomani nel 1762 e fu demolito nel 1872. Era caratterizzato da un alto muro merlato di colore rosso. Le sepolture turche furono quindi traslate dietro al cimitero dei Lupi