Il mestiere più comune, il più dipinto tra “gli ingegni” Livornesi, queste donne si approvvigionavano d’acqua con capienti brocche, solitamente in rame, alle
pubbliche fontane e la portavano a domicilio di chi ne faceva richiesta.
Per il trasporto si aiutavano con un cerchio nel quale si infilavano le brocche, che era in ferro e sorretto da due cinghie sulle spalle, molto utile nella risalita delle scale dei palazzi.
Spesso le fontane erano teatro di furibonde risse tra acquaiole, numerosi dipinti ed incisioni le ricordano ancora oggi.