ERBOLAIO

Raccoglieva piante e fiori per uso didattico e scientifico. La rinascita
dell’Università di Pisa voluta da Cosimo I° vide tra l’altro nel 1544 la fondazione del primo giardino botanico o dei “semplici” come veniva chiamato in riferimento a quelle piante medicinali che lì si coltivavano e riproducevano.

Per rifornirlo di nuove essenze, i rettori del giardino ed i docenti della cattedra di lettura di “medicamenti semplici” dell’Ateneo Pisano si recavano personalmente, o più sovente incaricavano dei fidati collaboratori nei luoghi deputati alla raccolta ed in particolare nelle isole dell’Arcipelago Toscano e lungo le coste a sud di Livorno, dove trovavano appoggio
logistico da parte del servizio di guardia costiera e l’agevolazione a percorrere la strada dei Cavalleggeri con le bestie da soma su cui trasportavano la piante.

Partendo dal porto di Livorno a bordo di “feluche” o barchette noleggiate alla bisogna, assieme ad alcuni esperti giardinieri, il Rettore, frate Francesco Malocchi e i suoi successori, raggiungevano le località prescelte date le loro caratteristiche botaniche e da qui risalivano la costa oppure si addentravano nella macchia costiera alla ricerca di sempre nuovi ed interessanti esemplari anche rari della flora locale.
Raccolti con ogni precauzione venivano trasportati in ceste, corbelle o coffe a dorso di mulo fino a Livorno e da qui lungo il Canale dei Navicelli sino a Pisa. Spesso una tappa dell’escursione era il Forte di Antignano, dove, oltre al ristoro, gli erbolai acquistavano vasi in terracotta prodotti appositamente dai fornaciai locali.

Si vestivano con bluse o gilet e cappello oppure da borghese dottorale, portavano uncorbello a tracolla dove mettere erbe e fiori, una zappetta con manico di legno e le cesoie in unico pezzo, quelle tipo tosa.