Il taglio e la raccolta ad uso commerciale della legna da ardere era regolamentato da leggi e disposizioni granducali e dagli statuti comunitativi, cioè delle comunità, che detenevano per legge i diritti di sfruttamento del legnatico, cioè dello sfruttamento dei boschi. Al boscaiolo si abbinava anche il mortellaio, ovvero il raccoglitore di mortella, frasche di Mirto, le cui foglie e bacche, per l’alto contenuto tanninico, servivano per la concia delle pelli . Questo mestiere era praticato anche da donne.
Oggi, a parte le nuove leggi che disciplinano la materia del raccoglimento dei prodotti del sottobosco, la mortella viene raccolta per lo più per le sue bacche (Mirto) che vengono utilizzate per la fabbricazione di un liquore aromatico che in certi posti come il nord della puglia, conserva proprio il nome di “Mortella”.
Il mortellaio veste con abiti tipici da popolano molto simili al l’erbolaio, da cui si differenzia per i vari accessori come il pennato, e il cesto o corbello da riempire con le frasche e/o le bacche di Mirto.