Produceva e commerciava il sapone. Nell’anno 1595 tali Moisè e Josep, due Ebrei provenienti da Ancona, ottennero la privativa della produzione del sapone chiamato “bianco all’uso di Ancona o alla Marchigiana” in Livorno.
La condizione era che consumassero ogni anno non meno di 500 barilotti di olio d’oliva, prendessero il sale dalle saline di Grosseto e la cenere dai fornaciai di Livorno al prezzo di “1 Giulio” al sacco. Un altro Ebreo, Salomone di Agnolo de Saluti ottenne la stessa concessione a condizione di rispettare il privilegio dei due Anconetani.
Tre anni dopo si ampliarono le fabbriche in Livorno nuovo. Intorno ai primi anni del ‘600 la famiglia Ebrea dei Franco possedevano numerosi laboratori in città per la produzione del sapone ed in particolare tre nella via detta saponiera, (l’odierna parte di via Piave delimitata dalle vie del pozzetto e da via S. Francesco) e sul prolungamento della via Marsiliana. Esisteva anche lo scalo delle saponiere, tante erano le fabbriche che vi si affacciavano, è scomparso dopo l’interramento del Fosso nel 1898, era l’odierno viale Caprera nella Venezia Nuova.
Il sapone fu probabilmente scoperto da primi uomini attraverso i residui disciolti della cottura delle carni, ma in natura si può trovare in piccole dosi anche ricavandolo direttamente da alcune piante.
l’uso del sapone come lo intendiamo oggi, risale perlomeno a 4200 anni fa: una formula per realizzarlo è scritta su una tavoletta di argilla dell’antica babilonia e richiede acqua, olio di cassia, e sostanze alcaline. Varie formulazioni sono state impiegate dagli antichi Egizi e dai Romani e a partire da 2000 anni fa anche in Cina. Tutte queste soluzioni non erano molto efficaci e d emanavano cattivo odore; Solo verso il VIII sec. d.C. in oriente nacquero i primi saponi solidi profumati. In Europa ed Italia occorrerà attendere ancora qualche secolo e il re sole fu il primo a disciplinare la fabbricazione del sapone detto “di Marsiglia”,
Il loro abbigliamento era da comune popolano con berretto, grembiule e ceste con scaglie di sapone grezzo, recipienti con olio d’oliva, cenere, soda o sale.