La mattina del 19 marzo 1606, festa di San Giuseppe, al tempo Patrono della Toscana, nella piccola cappella dedicata a San Francesco in Fortezza Vecchia, al cospetto del Granduca Ferdinando I giunto per l’occasione con il suo seguito a Livorno e del Consiglio degli Anziani composto da: Cesare Bisconti, Giovanni Vinciguerra, Antonio Della Sella e Matteo Buonadè, venne celebrata la funzione religiosa al termine della quale il Gonfaloniere Bernardetto Borromei, vestito di un “lucco” di damascato nero, ricevette da Ferdinando la stola o stricia (Capperuccio) di velluto rosso con rifiniture in pelle bianca, segno della sua nuova dignità. E ponendogliela sulla spalla sinistra disse: “Questo sarà il segno d’onore che da oggi e per il futuro porteranno i Gonfalonieri della città”, elevando così Livorno al rango di città.
L’idea di celebrare questo storico giorno e la dobbiamo a Claudio De Simoni, il quale si è nel tempo impegnato a farne una celebrazione annuale. Per la prima edizione di questa nuova festività la Santa Messa e la cerimonia vennero celebrate all’interno della stessa cappella di San Francesco in Fortezza Vecchia, sopravvissuta in parte alla II Guerra Mondiale, mentre per le successive edizioni le celebrazioni sono state spostate nel più capiente Duomo.