La loro attività era la lavorazione del corallo. Nel 1602 vennero aperte le prime fabbriche di corallo a Livorno, anche se la sua lavorazione è attestata fin dal 1565, attività importata dai profughi Ebrei di origine Catalana (Spagna). Questa lavorazione raggiunse ben presto un elevato grado di qualità e perfezione superando le fabbriche di Genova, Marsiglia e Trapani.
All’epoca le fabbriche in Livorno erano circa 20 per poi ridursi in seguito a 5 o 6 ma di elevata qualità, professionalità e prestigio. Ai primi dell’800 questa attività inglobava :
corallai, commercianti, lavoratori e impiegati e nelle fabbriche erano circa 30 gli Ebrei impegnati nel settore.
Le lavoranti, nella catena di produzione di chicchi di corallo per le collane, erano suddivise in categorie, “le tagliatore” che ricevevano il “ramo” dalla selezionatrice, lo incidevano con una sega e lo spezzavano poi con le tenaglie ben arrotate e “le Bucatore” che lo foravano col trapano a mano; “Le arrotondatore”, che con la grossa mola ad acqua lo sfaccettavano
e lucidavano ed infine “le infilatrici” che con ago e filo di refe creavano le filze con chicchi selezionati di uguale grandezza e forma.
L’abbigliamento era da popolana con grembiule, il classico trapano a mano con volano e archetto ed un paio di tenaglie.