Elio Toaff (Livorno, 30 aprile 1915 – Roma, 19 aprile 2015) è stato un rabbino italiano.
Ancora giovanissimo, Elio iniziò presso il Collegio rabbinico di Livorno, allora diretto da suo padre Alfredo, sia gli studi ebraici sia, in parallelo, quelli liceali.
Nella scuola rabbinica livornese, guidata da Elia Benamozegh, prevaleva un’illustre tradizione di studi orientati verso la Cabbalà (il complesso delle dottrine mistiche ed esoteriche ebraiche circa Dio e l’Universo) a differenza dell’altra scuola rabbinica esistente in Italia, quella del Collegio di Padova, orientata in senso più razionalista-illuminista e guidata prima da Samuele David Luzzatto e poi (quando, nel 1899, il Collegio si trasferì a Firenze) da Samuel Hirsch Margulies.
Nel 1938 Elio conseguì il primo livello del titolo di rabbino, quello di maskil (cólto). Negli anni precedenti aveva anche seguito gli studi universitari, condotti presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pisa. Il 5 luglio 1939 , nonostante le discriminazioni antiebraiche già in corso e l’opposizione del capo della commissione, Widar Cesarini Sforza, Toaff conseguì la laurea in legge, con una tesi su Le società commerciali in Palestina, relatore Lorenzo Mossa, docente di diritto commerciale.
Dopo che, nel settembre del 1938, il governo italiano aveva promulgato le prime leggi antiebraiche (le cosiddette leggi razziali), i due fratelli di Elio, Cesare (avvocato) e Renzo (medico ginecologo), si erano trasferiti con le rispettive famiglie in Palestina (allora sotto mandato britannico), rinunciando alla cittadinanza italiana. Nel 1939 anche Elio espresse al padre l’intenzione di trasferirsi; ma questi lo convinse a rimanere in Italia.
Nel 1940 Elio conseguì l’ordinazione rabbinica.
La prima offerta di rabbinato giunse a Elio, nel giugno del 1940, dalla comunità di Ancona (il cui rabbino, Heimann Rosenberg, era morto nell’agosto del 1938). Egli accettò, e iniziò a officiare il 3 ottobre 1940, per la celebrazione della festività ebraica di Rosh ha-shanah (Capo d’anno). Nel maggio del 1941 venne nominato ufficialmente rabbino di quella città, dove sarebbe rimasto in carica fino al settembre del 1946.
L’incarico di rabbino di Ancona si svolse nel periodo più difficile della seconda guerra mondiale: infatti, dopo il settembre del 1943 la città fu oggetto di duri bombardamenti alleati, e vide anche l’occupazione tedesca e la deportazione di molti ebrei (dalle Marche ne furono trasportati in Germania 157, e ne tornarono solo 15). Toaff fu molto attivo nella difesa della locale comunità ebraica e nel salvataggio dei suoi beni culturali. La sua decisione di non aprire la sinagoga nella solenne ricorrenza dello Yom kippur (Giorno dell’espiazione), il 9 ottobre 1943, suscitò inizialmente qualche critica ma si rivelò provvidenziale: quando le truppe tedesche giunsero alla sinagoga per compiervi una retata, la trovarono deserta, e la popolazione ebraica quel giorno fu salva.
Nei mesi successivi Elio prese parte alla Resistenza, tenendo i contatti tra le formazioni partigiane locali. Ma l’8 agosto 1944 venne arrestato dalle SS; condannato a morte e messo di fronte a un plotone di esecuzione, venne liberato da un capitano delle SS (il cui nome è tuttora sconosciuto) e poté ricongiungersi alla famiglia. Nuovamente ricercato, dovette fuggire, e pochi giorni dopo fu testimone oculare della strage di Sant’Anna di Stazzema (nelle vicinanze di Valdicastello), dove il 12 agosto, in poco più di tre ore, reparti di SS e di fascisti italiani uccisero circa 560 civili, tra cui molti bambini.
Dopo la guerra fu rabbino di Venezia, dal 1946 al 1951, insegnando anche lingua e lettere ebraiche presso l’Università di Ca’ Foscari. Nel 1951 divenne rabbino capo di Roma. Oltre al suo ruolo spirituale, ha ricoperto diverse cariche nella comunità ebraica italiana: presidente della Consulta rabbinica italiana per molti anni, direttore del Collegio rabbinico italiano e dell’istituto superiore di studi ebraici, direttore dell’Annuario di Studi Ebraici. Inoltre è membro dell’Esecutivo della Conferenza dei rabbini europei fin dalla fondazione nel 1957 e dal 1988 è entrato a far parte del Praesidium. Nel 1987 Toaff pubblicò una sua autobiografia: Perfidi giudei, fratelli maggiori (Mondadori, Milano).
L’8 ottobre 2001 Elio Toaff, all’età di 86 anni, annunciò le proprie dimissioni dalla carica di Rabbino Capo di Roma per lasciare spazio e opportunità ai più giovani. La decisione venne comunicata da Toaff stesso nella Sinagoga di Roma al termine delle preghiere per lo «Oshannà Rabbah». Il successore alla carica è stato Riccardo Di Segni.
Morì il 19 aprile 2015 all’età di 99 anni, nella sua abitazione di Roma, pochi giorni prima del suo centesimo compleanno; i funerali vennero celebrati al Tempio Maggiore, alla presenza di tantissima gente comune e di volti noti della politica e del giornalismo; successivamente è stato sepolto accanto ai genitori nel Cimitero Ebraico dei Lupi di Livorno.