FORTUNATA SULGHER

Fortunata Sulgher Fantastici, ritratta da Angelica Kauffmann nel 1792

Fortunata Sulgher (Livorno, 27 febbraio 1755 – Firenze, 13 giugno 1824) è stata una poetessa italiana.

Nata da Elisabetta Angeli (pisana) e Francesco Sulgher (livornese), cominciò a improvvisare versi già all’età di 10 anni, guidata inizialmente dal dottor Soggia, e, sebbene i genitori non le potessero assicurare grandi maestri, a soli tredici anni era in grado di comporre poesie proprie.

Fu poi aiutata nello studio della fisica dal celebre Attilio Zuccagni e nel greco dall’Abate Fontani. Fu, inoltre, protetta e incoraggiata dal Balì Lorenzo Ottavio del Rosso, dalla Marchesa Viviani, dalla Contessa Acciaiuoli e dalla Duchessa di Atri. Sposata a Giovanni Fantastici nei primi dieci anni di matrimonio ebbe sette figli, ma perse in tenera età due femmine e tre maschi: rimase la primogenita Massimina, scrittrice e poetessa.

Nel 1770 fu accolta nell’Accademia dell’Arcadia con lo pseudonimo di Temira Parraside ma la prima pubblicazione arrivò solo nel 1785 quando apparve con alcune sue Rime sulla rivista Parnaso Italiano di Bologna.

Nel 1783 incontrò Vincenzo Monti, che frequentò casa Fantastici, e nel 1785 a Firenze l’editore Pietro Allegrini pubblicò la prima opera completa della poetessa dal titolo Componimenti Poetici di Temira Parraside per l’Accademia Fiorentina. Subito la poetessa Costanza Moscheni le dedicò un’anacreontica che iniziava con questi versi: “Temira, onor d’Etruria, …in te lodo le vezzose immagini…“. Godette dell’amicizia di celebri poeti del suo tempo come Cesarotti, i due Pindemonte, il Bondi. Recitò con la Mazzei, la Benedettini, la Biamonti, il Duca Mollo, il Lorenzi e col principe degli improvvisatori d’Italia, il Gianni, pur avendo lui scritto alcuni versi ingiuriosi diretti a lei.

Sempre sotto lo pseudonimo di Temira Parraside, nel 1792, con la Stamperia Pazziniana, e ancora nel 1794 pubblicò a Livorno con l’editore Tommaso Masi & Co. altre sue Poesie, tra cui si ricordano Per l’Espugnazione di Mantova, Canto per fanciulli di un Istituto e Amerigo.

Morì improvvisamente a Firenze il 13 giugno 1824.