GIOVANNI BATTISTA QUILICI

Don Giovanni Battista Quilici (Livorno, 26 aprile 1791 – Livorno, 10 giugno 1844) è stato un presbitero italiano, fondatore della congregazione delle Figlie del Crocifisso.

Alla sua nascita la famiglia si trasferisce in una casa fatta costruire dal padre Bernardo Quilici sui resti di un vecchio mulino ad acqua presso il Fosso Reale, così facendo Bernardo ha più spazio per la sua attività di costruttore e di vendita di vasi di terracotta. In questa casa  Giovanbattista passa la sua infanzia e l’adolescenza, con la madre Chiara ed i fratelli Jacopo e Rosa.

Giovanni frequenta la scuola dei padri Bernabiti  presso la chiesa di S. Sebastiano, ma la sua migliore maestra è la strada e difatti visse sempre come uno dei borghi, dimostrando alta sensibilità verso i problemi dei suoi amati livornesi, specie dei giovani, che privi di sostegni, vivevano nella strada e cercò di ridare loro la dignità perduta..  

Quello che venne poi definito l’apostolo di Livorno viene ordinato sacerdote il 13 Aprile del 1816 ma a Pisa, peché a Livorno manca il vescovo. Dopo aver preso gli ordini lascia la casa paterna e inizia il suo cammino per diffondere il verbo di Dio e non solo il Verbo.

In via dei mulini una lapide ricorda la sua presenza in una casa, ma su un rosone di ferro sopra ad un portone della casa adiacente esiste tuttora il suo monogramma GQ;   poichè entrambi erano mulini, probabilmente entrambi erano di sua proprietà (S.E. & O.).

Ebbe rapporti importanti con Leopoldo II e nella sua opera d’apostolato si adoperò in ogni modo per l’assistenza ai bisognosi, alla vita pastorale, alla predicazione, e riuscì a farsi ben accettare persino dai forzati del bagno penale dove andava a dar conforto, ma oltre alla loro situazione morale , si preoccupava anche dello stato e trattamento fisico. Fra le sue opere è degna di nota la fondazione dell’istituto Santa Maria Maddalena per la redenzione delle prostitute.  

Fin dal 1819 costituisce una congregazione per togliere dalla strada alcune ragazze che gli si erano rivolte fiduciosa,,Nel 1822 chiede al Vescovo di poter entrare come istruttore gratuito dei carcerati nel carcere della fortezza vecchia dove riesce ad ottenere dal Governo Granducale una riforma carceraria per i trattamenti più umani verso i carcerati.

Dopo sei anni di lavori, il 24 novembre 1835 apre al culto la chiesa dei SS. Pietro e Paolo, fatta costruire dal Granduca Leopoldo, accanto al terreno dove lo Stesso ha donato i  terreni  per l’edificazione della casa dell’accoglienza progettata dal Quilici e per la quale ha fornito un sussidio per i lavori.  

Il 6 Agosto dello stesso anno una nave giunge da Marsiglia, ma oltre alle mercanzie è apportatrice di morte: Il colera contagia la popolazione e vi saranno 1132 morti su 2018 colpiti

L’Istituto S, Maria Maddalena ben si presta per l’accoglienza ai malati del morbo, ma anche Don Giovanni Quilici, nella sua opera di assistenza ai malati cade colpito dal terribile morbo e sta a lungo in pericolo di vita.  

Il colera ma in forma più lieve ricompare anche l’anno seguente ed in due mesi fa solo poche vittime.  

Il Granduca per voto fatto e per benevolenza verso Don Quilici fa edificare la Chiesa di S. Maria del Soccorso. La consorte del granduca, Maria Antonietta suggerisce al vescovo di consigliare Don Quilici di fondare una congregazione religiosa atta ai suoi scopi umanitari: La congregazione si chiamerà Figlie del Crocifisso .

Il 10 giugno 1844, a soli 53 anni, scompare “l’imprenditore di Dio” e “Apostolo di Livorno”, città che amò teneramente e per la cui popolazione profuse tutta la sua esistenza.; lasciando un’eredità  di tanti progetti, alcuni ancora incompiuti, ed una grande passione per Dio e per l’uomo.In una sua lettera, del 5.2.42 dice “le molte altre opere che avevo programmato lascerò alla disposizione della Provvidenza essa saprà disporre l’animo di chi può donarle a questa città che ne ha estremo bisogno.

Alla sua morte è stato sepolto nella cappella della “Madonnina” ai piedi del colle di Montenero, ma nel 1932 le figlie del crocifisso vollero la sua salma nella cappella dell’istituto da Lui fondato e nel 1991 secondo centenario della nascita gli è stata eretta una nuova tomba lì vicino,  a fronte della chiesa di S. Pietro e Paolo nel 1998 è stato  avviato l’iter per la definizione della causa di Beatificazione.