Guelfo Civinini (Livorno, 1º agosto 1873 – Roma, 10 aprile 1954) è stato uno scrittore, poeta, giornalista ed esploratore italiano.
Guelfo Civinini nacque da Francesco e Quintilia Lazzarini, grossetani che abitavano stagionalmente a Livorno a causa della Malaria che imperversava nel grossetano, specie nei periodi caldi
Guelfo, privato del padre in tenera età, si trasferì a Roma con la Madre nel 1883 ma studiò in un primo tempo ad Arezzo poi, trovato un momentaneo lavoro al Ministero della Guerra assieme al fratello Ricciotto, cominciò a frequentare i salotti letterari e nel 1895 collaborò con alcune riviste e quotidiani.
A ventotto anni pubblicò la sua prima raccolta di versi, “L’Urna”, scrisse poi diverse commedie e nel 1910 il libretto della “fanciulla del west” di G. Puccini. Seguirono poi diversi incarichi per giornali e testate prestigiose come il corriere della sera e scrisse parecchi libri di successo come “Trattoria di Paese” premio Viareggio 1937.
Le sue opere prendono molto ispirazione dalla maremma toscana della sua giovinezza. Aderì inizialmente al fascismo firmando il Manifesto degli intellettuali fascisti.
Visse molti anni come giornalista esploratore e combattente: fu decorato cinque volte al valor militare viaggiò a lungo in Libia ee fu promotore di avventurosi viaggi carovanieri in Africa in Eritrea ed Etiopia e Abissinia nel 1923, e nel 1926 durante i quali scrisse dei resoconti di viaggio e dei libri e un documentario cinematografico per conto dell’istituto Luce. Fu inviato di guerra del corriere della sera prima nella guerra di Libia poi dal 1916 al 1918 sul fronte italiano; prese parte all’impresa aviatoria di Cattaro e alla fine della guerra all’impresa di Fiume entrambe col D’Annunzio.
Nel 1928, distrutto dal dolore per la morte della figlia Giuliana, fece istituire a proprie spese il premio Giuliana Civinini per la migliore opera di letteratura coloniale.
Nel 1933 fu premiato dall’Accademia d’Italia del quali divenne membro nel 1939 anno in cui venne nominato console a Calcutta.
Nel 1934, comprata la torre di Santa Liberata sull’Argentario riportò alla luce i resti della villa romana degli Enobarbi
Nel 1935 part’ volontario nonostante l’età in Etiopia ma distaccatosi dal partito fascista dopo le leggi razziali, fu sanzionato con il divieto della vendita dei suoi libri come scrittore non gradito al regime.
Nel 1941 fu autore di una traduzione in Italiano dell’opera teatrale le Nozze di Figaro
Nel 1948 fu assolto da un’ accusa di profitti illeciti. Nel 1951 vinse il premio Valdagno e nel 1953 il premio Marzotto, ma in questo ultimo anno a Viareggio fu colto da un ictus che lo paralizzò e che lo portò alla morte l’anno successivo il 10 aprile 1954
Nel 1967, a Livorno, sua città natale gli è stata dedicata una via in zona Banditella, che va da via Diego angioletti a piazza Aldo li Gobbi