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I MERCATI

Testo tratto da libro “Tra mura salmastre di mattoni rossi”, di Claudio De Simoni

Ogni città che si rispetti, poggia tanta della sua storia, quella quotidiana, della vita semplice di tutta la sua gente, sulle piazze di maggior passo, di ritrovo, quindi le piazze del mercato. […]

Nel XVI sec. lo spazio individuato da destinare al mercato delle verdure, la frutta e tutti gli altri prodotti alimentari, quelli destinati alla vendita e distribuzione giornaliera, in origine si trovava nella piazza detta dei “cavoli” poi del “villano”.

Da secoli scomparsa, fagocitata dal tempo ma riconducibile tra la “via del pesce – via del giardino (Fiume) e Sant’Antonio (Pamiglione). In seguoto il mercato giornaliero venne spostato in piazza del Duomo, con il vantaggio che, al riparo delle Logge del Pieroni, i venditori e gli acquirenti potevano starsene al riparo di tutte le intemperie.

E’ chiaro che Livorno, tra il 1606 ed un paio di lustri successivi, conoscesse un’importante crestita demografica e conseguentemente anche un incremento delle attività commerciali dell’artigianato di impo/expo portuali. Ma anche e soprattutto di punti di vendita alimentari, che immancabilmente andavano a concentrarsi nella zona circostante la piazza d’Arme. Quindi con l’accrescere del numero dei venditori l’area maggiormente investita per il nuovo sviluppo mercatale fu appunto quella ad est del Duomo, dove ampi spazi erano stati utilizzati già dal 1600 a cimitero dei più poveri, mentre da altre documentazioni si spiega che venissero adibiti alla sepoltura di milizie spagnole o d’altre nazioni presenti nella città. In quest’area dal 1603 venne edificata la chiesa di Santa Giulia, con adiacente l’oratori di Sant’Omobono, protettore dei mercanti e dei sarti. Prendeva vita la piazza delle erbe.

A Sant’Omobono, secondo il Piombanti, tra il 1635 ed il 1635 fu eretta una nuova chiesa con nome di Santa Maria del Suffragio e Sant’Omobono, realizzata con l’impegno econimico della società dei sarti di Livorno. […] La chiesa fu consacrata il 2 settembre 1635 e la sua facciata si estendeva per quasi tutta la lunghezza della piazza per circa “32 braccia” (18 mt) lineari. Lungo tutta la base correva una scalinata ed alla terza risalita dei gradoni si apriva un’ampia piattaforma. Tutta l’area circostante in pochi anni venne edificata […].

Ma, come quasi sempre accade, degrado, risse e mancati pagamenti richiesero l’intervento delle massime autorià per una corretta regolamentazione del mercati. Fu investito l’Ing. Cantagallina della costruzione di una tettoia a forma di croce con al centro un pozzo, proprio davanti alla chiesa (attuale p.za Cavallotti) per una maggiore qualità igienica, organizzativa e di controllo. […].

Nel 1694, grazie ai versamenti economici della Confraternita del Suffragio, sulla facciata della chiesa venne collocato un pubblico orologio.

Nel 1705 furono approvate opere di restauro della tettoia mentre nel 1714 venne realizzata la latricatura della piazza delle erbe.

Nel 1718, nella chiesa trovò sepoltura il cerusico Giacinto (Diacinto) Cestoni, tra i più illuminati biologi del suo tempo.

Nel 1786 il Granduca Pietro Leopolodo soppresse le confraternite e gli oratori e la chiesa di Sant’Omobono venne abbattuta. Forse, e sottolineo forse, più che abbattuta fu modificata, infatti da notizie ricevute sembra che in alcuni spazi interni al palazzo si intravedano ancora affreschi o pitture a carattere religioco riferite al tempo. Questo potrebbe quindi significare che il palazzo che si affaccia sulla piazza Cavallotti a far angolo con via Santa Giulia abbia mantenuto almeno in parte la vecchia struttura […]. A questo riguardo penso, guardando gli antichi disegni della chiesa, che proprio quel portone, il primo dall’angolo, sia uno dei tre che si aprivano alla facciata della piazza.

Il mercato continuò comunque a prosperare con nuove vie di accesso per una sempre maggiore capacità di afflusso dei compratori, la tettoia Cantagallina continuò ad essere rattoppata ed a fungere al suo scopo, almeno fino al 1879.

Antica chiesa di Sant'Omobono
Tettoia di Cantagallina
Piazza Cavallotti a fine 800

Poi accadde che il sindaco Nicola Costella e la giunta decisero di commissionare un nuovo progetto per un grande mercato nell’area adiacente la piazza, incaricando del progetto l’ingegnere comunale Angiolo Badaloni. Il progetto venne approvato nel 1889 ed il grande mercato realizzato in breve tempo, inaugurandolo il primo marzo 1894, dando vita al Mercato delle Vettovaglie. In quesgli stessi anni si demolì la tettoria di piazza delle erbe, nella convinzione che i venditori abituali avrebbero scelto di collocarsi nella nuova struttura.