Lo scoppio della seconda guerra mondiale e i successivi bombardamenti alleati causarono la distruzione di gran parte della città storica e la morte di numerosi civili. La città subì infatti circa novanta incursioni aeree con conseguenti bombardamenti, tra questi, quelli più gravi, per danni provocati alla popolazione, a edifici e agli impianti industriali, furono:
- quello del 28 maggio 1943 (distruzioni del porto industriale e Stazione Marittima, il quartiere Venezia e, le aree limitrofe al Voltone, fortezza); del 28 giugno 1943 (stessi obiettivi e Stazione, lungomare e Accademia navale);
- del 25 luglio 1943 (Voltone, quartiere Torretta);
- del 14 aprile 1944 (Stazione e quartiere circostante, linea ferroviaria);
- del 19 maggio 1944 (quasi completa distruzione del centro storico);
- del 7 giugno 1944 (completa distruzione dell’area industriale).
La città fu liberata dall’occupazione tedesca dagli americani che vi entrarono tra il 18 e il 19 luglio 1944.
La ricostruzione postbellica durò molti anni, con i lavori rallentati dallo sminamento di alcune zone del centro cittadino che terminò solo negli anni cinquanta, mentre la cinquecentesca Fortezza Nuova ospitò baracche di sfollati fino agli anni sessanta. Durante la fase di ricostruzione, molte furono poi le scelte discutibili e scellerate come l’abbandono all’incuria, per decenni, delle storiche Terme del Corallo, la demolizione nel 1976 della seicentesca Villa Attias e la costruzione di un moderno edificio, al centro di Piazza Grande, per fare posto al quale, furono demoliti i portici originali, sopravvissuti ai bombardamenti.
Oggi l’aspetto di Livorno è quello di una città moderna, ma che sotto la superficie, nasconde ancora molte testimonianze della sua particolare storia a cui la cittadinanza sta provando a riavvicinarsi.