Margherita Luisa d’Orleans (Blois, 28 luglio 1645 – Parigi, 17 settembre 1721) era figlia del duca Gastone d’Orleans e della sua seconda moglie Margherita di Lorena, quindi cugina del re Luigi XIV di Francia per parte di padre. Sposò Cosimo III de’ Medici e fu granduchessa di Toscana dal 1670 al 1721.
La sua educazione e quella dei fratelli minori avvenne nel castello di Blois, dove il padre fu relegato in esilio dal 1652 in seguito al suo coinvolgimento nelle guerre della seconda Fronda. Grande influenza su di lei ebbe il padre, collezionista di opere d’arte colto e raffinato, propenso a farla sposare al re Luigi XIV; ma la regina madre, Anna d’Austria, che nutrì sempre poca stima per la madre di Margherita, si oppose al progetto. Reciproci calcoli politici fecero tuttavia incontrare gli interessi della corte francese con quelli della famiglia Medici e indussero il granduca di Toscana Ferdinando II a prendere in considerazione Margherita come futura sposa del figlio Cosimo, nonostante la sua dote non fosse di entità pari alle aspettative della casa de’ Medici. Nonostante il desiderio di Margherita di sposare il cugino Carlo, il negoziato si concluse il 17 aprile 1661 e già il giorno seguente, nella camera del re al Louvre, avvenne la firma del contratto matrimoniale e la celebrazione per procura del matrimonio, per cui era occorsa la dispensa di papa Alessandro VII, dato che Margherita e Cosimo erano cugini di quarto grado.
Dopo essere sbarcata a Livorno, Margherita fece il suo ingresso a firenze il 20 giugno, accolta da imponenti festeggiamenti. A sottolineare il ruolo della casa de’ Medici nel concerto delle grandi potenze europee, furono allestite otto statue raffiguranti i due papi medicei, i cinque granduchi e il principe ereditario, collocate di fronte ai simulacri di otto re francesi. L’incontro tra i due novelli sposi fu però freddo e ben presto iniziarono i dissapori e Margherita inizio un fitto scambio epistolare con l’amato cugino Carlo e con la madre, lamentandosi del clima a lei ostile della corte Medicea e dell’indifferenza del marito, a cui rimproverava di averle negato i gioielli della Corona di Toscana, da lei desiderati, ma che Cosimo non aveva l’autorità di concedergli.
Il matrimonio si rivelò quindi ben presto come uno dei meno azzeccati di tutta la storia dinastica dei Medici. Venendo dalla corte parigina, la più ricca, frivola, sfarzosa e animata di tutta Europa, Firenze, dominata dalla lugubre figura della religiosissima Vittoria della Rovere, madre di Cosimo e quindi sua suocera, dovette sembrarle ben più triste, provinciale e bigotta. Fu durante uno dei rari periodi di serenità tra i coniugi che il 9 agosto 1663 nacque il principe Ferdinando. Il disagio di Margherita alla corte fiorentina si acuì tuttavia poco dopo, in seguito al licenziamento di ventotto servitori francesi, che per volere del granduca furono rispediti a Parigi. Da quel momento cominciarono a giungere a Firenze vari mediatori laici ed ecclesiastici incaricati da Luigi XIV di persuadere Margherita a comportarsi secondo il suo rango e il suo ruolo di consorte di un principe ma lei ignorò i moniti del Re, preferendo fuggire nelle ville medicee di Lappeggi e Poggio a Caiano, dove allestì delle vere e proprie piccole corti tra balli, cacce e cavalcate.
Tornata a Palazzo Pitti il 30 ottobre 1665, dopo avere ottenuto un aumento del suo appannaggio e altri favori, Margherita mostrò di volersi riconciliare con il consorte e l’11 agosto 1667 nacque la figlia secondogenita, Anna Maria Luisa. Un altro periodo di crisi si aprì in seguito alla morte del granduca Ferdinando II, il 24 maggio 1670. Da allora M. cominciò ad avere forti contrasti con la suocera Vittoria Della Rovere, contraria alla sua pretesa di avere un posto nella Consulta di Cosimo III, divenuto granduca. Nella disputa tra le due granduchesse Ferdinando preferì dare ragione alla madre, cui era molto devoto, causando grave scontento nella consorte. Nei primi mesi del 1671, i combattimenti tra Margherita Luisa e Vittoria divennero così accesi che un contemporaneo osservò che “Palazzo Pitti è diventata la dimora del diavolo, e dalla mattina fino a mezzanotte solo gli insulti e il rumore di dispute potrebbero essere sentiti”.
Il 24 maggio 1671, nonostante il clima ostile tra la coppia, nacque il terzo figlio, Gian Gastone.
Dopo la morte della madre nel 1672 Margherita avrebbe finto una grave malattia al seno e manifestato l’intenzione di tornare in Francia, giunse quindi a Firenze la marchesa di Deffand con la missione di ricondurre la donna alla ragionevolezza, ma il suo intervento, così come quello del vescovo di Marsiglia Toussaint de Forbin-Janson, pure inviato appositamente in Toscana, non ebbe buon esito. In una lettera a Luigi XIV Cosimo III si appellò al «reale compatimento per il suo travaglio», aggiungendo che Margherita non aveva addotto altri motivi per desiderare la separazione se non quello di una «impetuosa passione». L’atteggiamento conciliante di Cosimo e la sua deferenza nei confronti di Luigi XIV trovarono comprensione presso il sovrano francese, che mostrava, peraltro, di tollerare sempre meno l’irrequietezza della cugina, specie dopo la scoperta di un carteggio amoroso tra Margherita e Carlo di Lorena. La Granduchessa accettò quindi un esilio volontario nella villa medicea di Poggio a Caiano, dove visse dal 1672 al 1675. Ma i divieti imposti la indussero, con il permessi di Cosimo, a lasciare definitivamente il Granducato rinuncianco a titoli e onori per ritirarsi in un convento francese. La clausura durò in realtà molto poco, perché fu subito ricevuta a Versailles e da quel momento i rapporti dettagliati e continui inviati dai residenti toscani a Parigi riferiscono del contegno libero di Margherita, dedita al gioco, alle feste e agli amori con personaggi di rango inferiore. Le proteste di Cosimo trovarono questa volta l’ostilità del re, che rispose che ormai il Granduca aveva perso ogni diritto nei confronti della moglie.
Alternando l’italiano al francese, tra il 1677 e il 1680 Margherita intrattenne una corrispondenza dai toni formalmente affettuosi con i figli lasciati a Firenze, ai quali la legavano affinità di gusti. Soprattutto con Ferdinando coltivò sempre buone relazioni, che si risolsero in autentico dolore quando nel 1713 egli morì prematuramente.
Vani furono invece gli ulteriori tentativi di riconciliazione tra Margherita e Cosimo III, irritato dalla condotta della consorte alla corte francese. Unica occasione di riavvicinamento fu nel 1683, quando in seguito alla morte della moglie di Luigi XIV, Maria Teresa d’Asburgo, sia lei che Cosimo sperarono in un possibile matrimonio della loro figlia Anna Maria con il re.
Dal 1716 prese dimora a Parigi al numero 15 di place Royale, dove si fece costruire una cappella e una galleria di dipinti e ritratti, tra i quali spiccava quello di Carlo di Lorena.
Dopo anni di salute malferma Margherita morì a Parigi il 17 settembre 1721, lasciando scritto per testamento di voler essere sepolta senza alcuna pompa nel chiostro delle canonichesse di Picpus.