MARIA MADDALENA D’AUSTRIA

Maria Maddalena ritratta da Tiberio Titi
Maria Maddalena ritratta da Justus Sustermans

Maria Maddalena d’Austria (Graz, 7 ottobre 1587 – Passavia, 1º novembre 1631) è stata granduchessa di Toscana come moglie di Cosimo II de’ Medici. Il padre, Carlo II d’Asburgo, arciduca d’Austria e duca di Stiria, era figlio cadetto dell’imperatore Ferdinando I; la madre, Maria di Baviera, era a sua volta strettamente imparentata con gli Asburgo, in quanto nipote di Ferdinando I.

La famiglia di origine di Maria si caratterizzava per l’incondizionata adesione all’ortodossia cattolica, tanto che Carlo d’Asburgo si vantava di aver contribuito a soffocare sul nascere qualsiasi fermento riformistico in Stiria. Quando questi morì, nel 1590, Maria aveva soltanto tre anni; da allora le figure di riferimento per la sua educazione rimasero la madre e il fratello maggiore Ferdinando, futuro imperatore. In questo clima la futura granduchessa sviluppò un indole profondamente religiosa ma portata a privilegiare gli aspetti esteriori e cerimoniali del culto rispetto a quelli spirituali.

A partire dal 1602 il granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici cominciò a cercare moglie per il figlio primogenito Cosimo, allora dodicenne. L’ambito della scelta si restrinse sin dal principio a una delle arciduchesse asburgiche, in quanto il Granducato aveva si la necessità di rinsaldare le relazioni con la Spagna di Filippo III ma nello stesso tempo desiderava mettersi sotto la diretta protezione del ramo imperiale degli Asburgo. Le trattative furono lunghe e complesse e vennero affidate ai cardinali Francesco Maria Del Monte e Ottavio Paravicino. Finalmente il 28 giugno 1608 a Madrid venne steso il contratto matrimoniale, sottoscritto per conto della famiglia granducale da monsignor Sallustio Tarugi, mentre per la sposa era stato delegato il re di Spagna suo cognato ed il matrimonio fu celebrato per procura a Graz il 14 settembre 1608. Il 22 settembre Mmaria partì quindi da Graz, accompagnata dal fratello Massimiliano e da un numeroso seguito, per raggiungere Firenze, dove giunse infine il 18 ottobre, accolta da una sontuosa parata ed incoronata dal granduca in persona principessa di Toscana.

Il 7 febbraio 1809 il Granduca Ferdinando I morì. Gli successe Cosimo II, marito di Maria, la quale, appena pochi mesi dopo il suo arrivo in Toscana divenne granduchessa. Così come quello tra Ferdinando I e Cristina di Lorena, anche il matrimonio con Cosimo II si rivelò felice, cementato da legami di stima e affetto reciproco, nonostante la fragile salute del marito, e allietato dalla nascita di otto figli a distanza piuttosto ravvicinata l’uno dall’altro: il 24 agosto 1609, venne al mondo la primogenita Maria Cristina, morta nubile il 9 agosto 1632; il 14 luglio 1610 nacque il primo maschio, cui venne imposto il nome dell’avo paterno, Ferdinando, e che succedette al padre sul trono di Toscana con il nome di Ferdinando II; il 3 giugno 1611 fu la volta del terzo figlio, Giovan Carlo, futuro cardinale. A essi fecero seguito nel maggio del 1612 la quarta figlia, che ebbe nome Margherita, in memoria della regina di Spagna, sorella di Maria, che sposò Odoardo Farnese; il 9 maggio 1613 il quinto figlio, Mattias, così chiamato in omaggio a uno dei fratelli della madre; nell’ottobre 1614 Francesco; il 21 luglio 1616 Anna, maritata con Ferdinando Carlo d’Asburgo, duca del Tirolo; e infine, nell’autunno del 1617, l’ultimo figlio Leopoldo, poi cardinale.

La coppia aveva ereditato un ricco patrimonio e uno Stato florido e ben organizzato, ma le cattive condizioni di salute di Cosimo II non permisero una gestione energica del potere quale era stata quella del padre. Durante il suo regno si aprì un più ampio spazio di azione per i suoi consiglieri, fra i quali spiccava la presenza della madre, Cristina di Lorena e poi, dopo la nascita del secondo figlio maschio, quella della stessa Maria Maddalena, che fece pesare la sua influenza soprattutto in politica estera.

I suoi sentimento religiosi, attenti soprattutto agli aspetti cerimoniali, trovarono a Firenza un terreno fertile sia per la massiccia presenza degli ordini religiosi, sia per il tradizionale ossequio professato dalla corte di Firenze alla Curia pontificia e alla monarchia spagnola. Impressionante fu la quantità di reliquie delle quali fece incetta e per la cui conservazione venne fatta appositamente costruire, come appendice del suo appartamento in palazzo Pitti, la «cappella delle reliquie.

Alla morte del marito, il 28 febbraio 1621, fu nominata, in virtù del testamento di questo, redatto sin dal 1615, tutrice dei figli e reggente del Granducato, in concorso con la suocera Cristina di Lorena e con l’assistenza di un Consiglio, fino al raggiungimento della maggiore età del figlio primogenito Ferdinando, nel 1628.

Il periodo della reggenza si caratterizzò come l’inizio della parabola discendente del governo mediceo, sulla cui decadenza pesò non poco l’azione personale di Maria Maddalena. La sua volontà di grandezza fece aumentare le spese di rappresentanza, mentre il suo fervore nelle opere di carità generò un vero e proprio parassitismo intorno alla corte. Anche la suocera si domostrò tutt’altro che brillante come reggente e la situazione economica del Granducato peggiorò velocemente e quando infine Ferdinando II raggiunse la maggiore età nel 1628 ereditò un regno in gravissime difficoltà economiche.

Il 31 maggio 1631 le giunse l’invito del fratello imperatore a recarsi a Vienna. Pronta a rispondere al richiamo affettivo, ma anche desiderosa di ottenere l’appoggio imperiale in alcune questioni, Maria decise di partire, nonostante la minaccia della peste che aveva colpito alcune zune. I preparativi durarono alcuni mesi e finalmente il 6 settembre Maria lasciò Firenze con un imponente seguito, del quale facevano parte i figli minori. Dopo aver fatto tappa a Verona e in altre città dell’Italia settentrionale, il 17 ottobre giunse a Innsbruck, dove si fermò alcuni giorni ospite del fratello Leopoldo V, arciduca d’Austria-Tirolo, che aveva sposato Claudia de’ Medici, già vedova di Federico Della Rovere. La notte fra il 30 e il 31, mentre la comitiva sostava a Passavia, Maria si ammalò. Si trattava probabilmente di un edema polmonare, che il suo medico personale non riuscì a curare.

Morì a Passavia il 31 ottobre 1631. Il suo corpo, imbalsamato in tutta fretta, fu accompagnato a Firenze, dove giunse il successivo 13 dicembre, per essere sepolto nelle cappelle medicee della chiesa di S. Lorenzo.