Piero Ciampi (Livorno, 28 settembre 1934 – Roma, 19 gennaio 1980), è stato un cantautore e poeta italiano.
Durante la Seconda guerra mondiale, a seguito dei bombardamenti sulla città, la famiglia Ciampi sfollò nelle campagne pisane per tornare a Livorno solo diversi anni dopo la fine del conflitto. Quel primo tragico bombardamento della città, infatti, devastò completamente la zona del porto, causando quasi seimila vittime. Livorno, però, rimarrà sempre la sua città di riferimento, anche se Piero dovrà abbandonarla per la prima volta proprio nel 1943. Nel 1948 si iscrisse al Liceo Scientifico “Vittorio Veneto” di Milano, ospite della zia paterna. Arrivato al quinto anno, dopo vari tentativi tra scuole pubbliche e private, non riuscirà a conseguire la maturità. Tornato a Livorno formò, con i fratelli Roberto e Paolo, un trio in cui lui era il cantante. In quel periodo si sostentava lavorando in una ditta di oli lubrificanti del porto fino a quando non ricevette la chiamata al servizio militare.
Nel 1957, “senza una lira in tasca, passò da Genova, dove incontrò Reverberi” e dove nacque l’amicizia con il pittore Federico Sirigu. In seguito si trasferì a Parigi e qui cominciò a modulare un suo personale stile musicale caratterizzato da “atmosfere crepuscolari, versi scarni, pathos”. Il tutto, reso da una voce roca e cavernosa; canzoni che, riconsiderate, impreziosiscono la brillante stagione cantautorale di quell’epoca.
Nel ’58 partì come chitarrista per la Svezia insieme a Luigi Tenco e Giulio Frezza[7]. L’anno seguente ritornò a Livorno. Reverberi, che nel frattempo era entrato nell’ambiente musicale, lo raggiunse e lo convinse a trasferirsi a Milano dove lavorava, insieme con Franco Crepax, alla Ricordi. Nel 1961 Ciampi pubblica, per la Bluebell di Antonio Casetta, il suo primo disco. L’album però non ha successo né di pubblico né di critica.
Non fu un periodo felice per il cantautore. Tornò dapprima a Livorno e poi fu a Roma con Gaetano Pulvirenti (uno dei fondatori della Karim) che gli affidò la direzione artistica di una piccola etichetta discografica, la Ariel (nata alla fine degli anni ’50) e firma canzoni per altri interpreti; tra queste Lungo treno del sud nel 1962 per Tony Del Monaco, Nessuno mai mi ha mandato dei fior nello stesso anno per Katyna Ranieri, Nato in settembre e Ballata per un amore perduto nel 1963 entrambe per Georgia Moll, Autunno a Milano nel 1964 per la celebre Milly e soprattutto Ho bisogno di vederti che, cantata da Gigliola Cinquetti e Connie Francis, raggiunse la finale del Festival di Sanremo 1965.
Gli anni Sessanta sono caratterizzati da incessanti vagabondaggi caratterizzati dall’abitudine dell’artista a muoversi senza un motivo preciso, improvvisamente e senza comunicare ad alcuno le sue mete: Svezia, Spagna, Inghilterra, Irlanda.
Ad apprezzarlo e riconoscerne la grandezza di autore ed interprete sono solo alcuni amici dei primi anni milanesi tra cui Gino Paoli che da tempo interpretava sue canzoni e che riuscì a fargli avere un contratto con la RCA Italiana e un consistente anticipo in denaro che il cantautore livornese dilapidò senza incidere un solo pezzo. Ai concerti per lui organizzati partecipa spesso sotto l’effetto dell’alcool, insultando, in qualche occasione, la platea.
Del 1976 è la sua storica apparizione al Club Tenco: la serata viene registrata e anni dopo pubblicata anche su CD. Tra la fine del 1976 e gli inizi del 1977 Ciampi prova ad esibirsi in concerto con alcuni amici conosciuti alla RCA: sono Paolo Conte, Nada e Renzo Zenobi, ma le serate non riscuotono molto successo; viene anche registrata la trasmissione televisiva Piero Ciampi, no!, che la Rai trasmetterà il 3 agosto 1978 sulla Rete 2. In essa, canta cinque brani in una ventina di minuti, introducendoli con riflessioni sulla vita, l’amore, la solitudine e altri temi affrontati dai suoi testi. In quegli stessi anni, anzi sin dalla prima metà del decennio, non c’è trasmissione musicale di Radio Capodistria – emittente jugoslava che trasmette in lingua italiana alla Comunità Nazionale Italiana in Istria (CNI) e nelle regioni italiane limitrofe, all’epoca seguita anche in Italia – che non mandi in onda un suo brano.
Morì a Roma il 19 gennaio 1980 all’età di 45 anni per un cancro all’esofago.