RANIERI CALZABIGI

Ranieri Simone Francesco Maria de’ Calzabigi (Livorno, 23 dicembre 1714 – Napoli, luglio 1795) è stato un poeta e librettista italiano.

Nato da Giovan Domenico e da Maria Eleonora Vannuccini, compì i primi studi nella città natale e, probabilmente, li completò a Pisa.
Nel 1743 prestò servizio in un ministero a Napoli, dove iniziò a dedicarsi all’attività librettistica. Dopo un periodo difficile che passò scrivendo odi e canzonette, in occasione delle nozze del delfino di Francia con Maria Teresa, figlia di Filippo V di Spagna, ebbe l’incarico di scrivere il libretto dell’opera L’impero del (sic) Universo diviso con Giove (Napoli 1745), musicata da G. Manna. Quindi scrisse un altro lavoro teatrale, La gara tra l’amore e la virtù, della cui esecuzione non abbiamo notizia. Nel 1747 il re gli commissionò il libretto di una serenata, Il Sogno di Olimpia (Napoli 1747), musicata da C. de Majo, che venne eseguita per festeggiare la nascita del principe ereditario.

Verso il 1750, trovandosi coinvolto in un processo per avvelenamento, dovette lasciare l’Italia e trasferirsi a Parigi con il fratello Anton Maria, che era a sua volta dotato di talento letterario, ma non volle contrastare il successo di Ranieri. Stabilitosi nella capitale francese come segretario del marchese de L’Hospital che, in precedenza, era stato ambasciatore a Napoli, strinse amicizia con molte persone influenti come Giacomo Casanova e nel 1752 pubblicò a Parigi una Cantata a Mademoiselle Leduc, la ballerina amante del conte di Clermont, musicata da F. Bambini, e nel 1754 iniziò la stesura del poema eroicomico La Lulliade o I Buffi italiani scacciati da Parigi che avrebbe terminato soltanto nel 1789.

Nel 1757 impiantò con il fratello una lotteria impostata con i criteri di quelle italiane. Tale iniziativa aveva lo scopo di raccogliere i fondi necessari alla costruzione di una scuola militare, in quanto le finanze reali erano in pessimo stato: essa ebbe successo e restò in vita fino al 30 giugno 1776 quando un editto di Luigi XVI ne ordinò la chiusura.

Dopo aver lasciato la Francia, nel 1761 fu a Vienna per rivestire la carica di consigliere alla Camera dei Conti dei Paesi Bassi e più tardi quella di consigliere di S.M.I.R. Apostolica. Grazie all’intermediazione del conte Giacomo Durazzo, il direttore del teatro di corte viennese, poté conoscere Christoph Willibald Gluck e Gasparo Angiolini. Per Gluck scrisse tre libretti d’opera, Orfeo ed Euridice (1762), Alceste (1767) e Paride ed Elena (1770).

Successivamente, a seguito di uno scandalo, su ordine dell’imperatrice Maria Teresa dovette abbandonare Vienna. Nel 1774 si stabilì a Pisa e nel 1780 a Napoli, dove scrisse i suoi due ultimi libretti, Elfrida (1792) ed Elvira (1794), entrambi musicati da Giovanni Paisiello, e si dedicò alla vita letteraria della città fino alla morte.