Bernardo Buontalenti, vero nome Bernardo Timante Buonacorsi (Firenze, 1531 – Firenze, 6 giugno 1608), è stato un architetto, scultore, pittore, ingegnere militare e scenografo che, con la sua lunga ed operosa attività presso la corte granducale fiorentina, fu uno degli artisti più importanti ed influenti della seconda metà del Cinquecento.
Rimasto illeso da ragazzo da una frana in Costa San Giorgio che travolse la sua casa e la sua famiglia, entrò fin da ragazzo al servizio della corte granducale e divenne allievo del Vasari e del pittore Salviati. Dotato di grande curiosità per ogni aspetto della vita umana, fu un eclettico ed un genio di idee e invenzioni. Fu anche il prediletto del Granduca Francesco I, tanto da accompagnarlo nel suo viaggio in Spagna.
Con Francesco, conosciuto fin da ragazzo, si creò, prima ancora della sua ascesa al trono, una completa sintonia intellettuale ed un sodalizio interrotto solo nel 1587 con la morte del granduca. Per lui, quando ancora era principe reggente, progettò il Palazzo di Bianca Cappello, che fu probabilmente la sua prima opera architettonica autonoma (1568), il Casino di San Marco (1574), con il laboratorio del principe, e la villa Medicea di Pratolino (1569-1575), con la famosa scultura dell’Appennino, creata dal Giambologna, il celebre parco, le fontane con giochi d’acqua.
Diventato l’architetto di corte, dopo la morte di Vasari nel 1574, fu presente in tutte le committenze granducali, occupandosi dei più svariati campi, dagli interventi urbanistici agli allestimenti effimeri, come l’apparato nel Battistero di Firenze per il battesimo del principe Filippo (1577) e apparati per spettacolari feste di corte, spettacoli, giochi pirotecniciper i quali realizzò molti disegni che ancora si conservano agli Uffizi.
Fu anche un abile costruttore di fortezze, e presso di sé conservava disegni di piante di fortezze non solo sue ma di altri artisti. In questo campo, oltre la giovanile prestazione presso il duca d’Alba (1556), sono da menzionare le fortificazioni di Marradi e Castrocaro (1556), di Portoferraio (1560 c.), di Terra del Sole (1565), di Porto Ercole (1565 c.), di San Piero a Sieve (1571), il bastione eretto a Pistoia (1571), i progetti per la nuova città di Livorno (1576 e 1587-89) e la fortezza del Belvedere a Firenze (1590).
Riguardo il suo contributo all’ampliamento di Livorno, suo è il progetto originario per la città nuova, il Fosso Reale e le fortificazioni di Livorno, che andò ad integrare il nucleo preesistente dell’abitato medievale all’interno di un impianto planimetrico regolare, di forma pentagonale. Tale progetto, pervenutoci in due copie realizzate nel 1797 e 1801, impegnò Buontalenti sin dal 1575; il disegno non forniva particolari indicazioni sull’organizzazione funzionale della nuova città, ma si limitava ad evidenziare una serie di isolati edificabili all’interno della cerchia di mura. I lavori partirono nel 1577 e si conclusero, con sensibili modifiche rispetto al progetto originario, all’inizio del XVII secolo. Lo stesso Buontalenti approntò un progetto per il duomo cittadino, ipotizzando la costruzione di una chiesa, con annesso convento, circondata da portici su tutti i lati.
Gli ultimi anni della sua vita furono impegnati nei progetti per la cappella dei principi di S. Lorenzo, per la quale furono indetti due concorsi (1596 e 1602) da Ferdinando I. Finì per vincere il modello di don Giovanni de’ Medici, in quanto il progetto del Buontalenti non raggiungeva un accordo tra l’impianto volumetrico delle superfici e la decorazione policroma in marmi e pietre dure.
La sua brillante carriera finì quindi con un grosso smacco: infatti la vittoria del modello Medici veniva a decretare che le forme estrose e ricche di colore del Buontalenti erano ormai sorpassate, in quanto a Firenze il rigore riformistico aveva determinato un ritorno a nudi moduli quattrocenteschi.
Il 6 giugno 1608 moriva in ristrettezze economiche e veniva sepolto nella tomba di famiglia in S. Nicolò d’Oltrarno.