CRISTINA DI LORENA

Cristina ritratta da Tiberio Titi
Cristina ritratta da Scipione Pulzone

Cristina di Lorena ( Bar-le-Duc, 16 agosto 1565 – Firenze, 20 dicembre 1636) figlia del duca Carlo III di Lorena e della fille de France Claudia di Francia, fu moglie del granduca Ferdinando I de’ Medici e, in quanto tale, granduchessa consorte di Toscana.  Dopo la morte prematura del figlio Cosimo II de’ Medici, Cristina fu inoltre co-reggente del Granducato di Toscana, insieme alla nuora Maria Maddalena d’Austria durante gli anni della minor età di suo nipote Ferdinando II de’ Medici. Nipote di Caterina de’ Medici, Cristina trovò nella nonna, che le era molto affezionata, una formidabile sponda per la propria educazione e il proprio futuro. Caterina, infatti, oltre a lasciarle in eredità buona parte delle proprie sostanze, si occupò attivamente delle trattative per il suo matrimonio con Ferdinando I.

Il Granduca era più vecchio della giovane di quindici anni e si trovava nell’urgente necessità di ricomporre l’immagine familiare medicea fortemente danneggiata dal discusso amore tra Francesco e Bianca Cappello, nonché dalla loro misteriosa morte. Ferdinando, abbandonato l’abito cardinalizio, voleva figli e riguadagnare consensi. Cristina di Lorena non era bella, ma capace di affascinare sì: Colta, raffinata, era profondamente credente ma anche animata dalla passione per le scienze.

Le trattative furono comunque lunghe e complicate ma alla fine Il matrimonio fu celebrato in Francia nel febbraio del 1589. La nuova Granduchessa portava in dote la ragguardevole cifra di 600.000 ducati, numerose proprietà ed i diritti sul possesso del ducato di Urbino, altro lascito della potente Caterina. Cristina di Lorena arrivò a Firenze l’anno successivo, e la città, parata a festa, si trasformò in un enorme teatro all’aperto, con lo sfarzo che s’intrecciava alla cultura. Questo segnò l’inizio di una felice unione che portò alla coppia ben nove figli, oltre al consenso delle ricche famiglie fiorentine.

A lungo il suo ruolo è stato considerato marginale e la sua popolarità dovuta solo all’abilità di Ferdinando, il marito tuttavia nutriva totale fiducia in lei, tanto che nel 1609, al momento della morte, la nominò tutrice delle figlie e dei figli e reggente per conto del primogenito Cosimo II, ancora troppo giovane per occuparsi dello Stato. Discordi sono inoltre i giudizi circa il suo governo, tra chi lo giudica come troppo asservito alla politica papale e chi invece vede nella sua politica un sincero interessamento verso le sorti del Granducato.

Cristina volle per i figli un’educazione in cui a una formazione classica venisse affiancato lo studio delle lingue moderne, della cosmografia, della matematica e delle scienze. Precettore a corte fu, tra il 1605 e il 1608, un tale Galileo Galilei, che istruendo il giovane Cosimo divenne amico della madre.

Sebbene non possedesse una spiccata capacità politica, la Granduchessa rimase a capo dello stato fino a che il nipote, Ferdinando II, succeduto a Cosimo II, non la allontanò dalla corte. Cristina di Lorena morì nel 1630 nella villa medicea di Castello.